Le donne sono “rappresentate poco e male” dai media ma ancor meno sono raccontate. Grande spazio dedicano loro se vittime o carnefici di situazioni delittuose buone a solleticare la voyeuristica morbosità di lettori o spettatori o se protagonisti di gossip scandalistici e amorosi, di sposalizi o tradimenti, insomma di “cronaca rosa”.
Tutto il resto non è notiziabile e sull’universo femminile cala il silenzio, la censura!
Basta sfogliare i giornali di questi mesi per trovare anzi per non trovare notizie sulle tematiche femminili come è avvenuto con il discorso tenuto a Piazza S. Giovanni da Bersani che dedicava ben dieci minuti, con somma e felice sorpresa delle presenti in piazza, alla dignità delle donne e alla loro centralità per la ricostruzione del paese come acceleratore dello sviluppo, dell’occupazione, della natalità, della scuola e della cultura.
Una novità e una sfida insolita che nessun cronista deve avere colto se il giorno dopo in tutti i quotidiani questa parte dell’intervento era taciuta e scomparsa.
Come venne oscurata e rimossa da quel nutrito nugolo di giornalisti che lo scorso febbraio, con microfoni, camere, registratori e taccuini si assiepavano intorno a Bersani che aveva appena finito di parlare alla conferenza delle Donne Democratiche, per chiedergli lumi o commenti sull’ultima colorita esternazione di Berlusconi o Bossi, ignorando del tutto il tema che aveva testé trattato.
Che un Segretario politico sia intervenuto ad un’Assemblea di Donne e delineato un piattaforma programmatica in un’ottica femminile a trecentosessanta gradi, toccando i temi cruciali della presenza paritaria nella legge elettorale, degli incentivi e gli sgravi fiscali per l’occupazione femminile, dei congedi parentali, gli asili nido e il ripristino del divieto delle dimissioni in bianco e che nessun altro Segretario ha mai fatto, era una “Notizia”? Certamente si, ma non per i media che spacciano l’informazione che veicolano per universale mentre è monca, parziaria, incompleta.
Senza parlare dell’enorme fatica e gli ostacoli che trovano quanti operano nei media per trovare ascolto e dare risalto a notizie sull’universo delle donne che non rientrino nei cliché stereotipati e riduttivi che si privilegia rappresentare Una informazione intrisa di latente misoginia che relega la vita reale e normale delle donne alla stampa specialistica di settore, alla stregua dei motori, delle piante o della cucina. Un’appendice dell’universo dei media spacciato per neutro quando è essenzialmente maschilista.
E’ un bavaglio che soffoca la voce delle donne, il 52% della popolazione del paese, che non si può più tollerare!