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'Economia. Ultim''ora dalla nostra inviata alla Bce'

Alla vigilia dello storico incontro salva-euro, le misure non standard annunciate dal governatore Draghi per crescita e lavoro. Da Francoforte [Claudia Stamerra]

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8 Dicembre 2011 - 22.47


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Alla viglia dell´incontro storico “salva euro” che dovrebbe definire le sorti della moneta unica europea domani e dopo domani a Bruxelles, si inserisce la decisione di Mario Draghi di tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale ancorandoli all´uno per cento, a partire dal 14 dicembre prossimo.

Lo scopo é quello di cercare di ridare fiato all´economia reale, determinando una pulsione positiva nel sistema. La misura, annunciata oggi durante la Monthly Press Conference a Francoforte, segue un precedente passo nella stessa direzione che il medesimo neo-nominato governatore aveva compiuto nel novembre scorso. Altre misure annunciate riguardano uno dei problemi che in questo periodo affliggono pesantemente la zona euro, quello dell´accesso al credito e alla scarsa liquiditá circolante.

Annunciate quindi ulteriori misure definite “non standard” e che riguarderanno operazioni di rifinanziamento a trentasei mesi e a tasso fisso. Anche questa istanza rappresenta la volontá di voler iniettare nell´economia la liquiditá che in questo momento manca e che attualmente penalizza soprattutto le piccole e medie imprese, strozzandone la crescita. Il momento non é dei piú sereni, tra qualche ora a Bruxelles si giocherá la partita piú importante, quella dell´Europa e dell´Euro.

Gli occhi restano puntati su Mario Draghi, figura chiave dell´intera struttura. In ogni caso, nella sala conferenze della Bce a Francoforte sul Meno il governatore della Banca Centrale non ha tradito particolari emozioni, né pessimismi di sorta. Lo scopo é quello di ristabilire la credibilitá del sistema, una credibilitá che si fonda in ogni caso sulla crescita dei singoli stati e su “stabilitá fiscale, competitivitá e posti di lavoro”, ha sottolineato Draghi, nel quadro di una legislazione europea che inquadri “severamente” i due elementi fondanti del disavanzo e del debito. Difficilmente peró la Banca Centrale, il cui ruolo recentamente é stato piú volte messo in discussione quanto a funzioni operative, potrebbe stampare nuova moneta per finanziare il debito sovrano. “Non possiamo dimenticare”, ha chiarito il governatore “che il meccanismo attraverso il quale Bce canalizza il denaro all´interno dei paesi dell´Unione é regolato dal Trattato, che vieta espressamente di finanziare i governi. Quindi anche usare altre istituzioni, come il Fondo Monetario Internazionale, come canale, “introdurrebbe una tematica legale piuttosto complessa”, ha proseguito Draghi, facendo appello ai trattati europei come unica cornice di legittimitá entro la quale la Bce puó esplicare il suo potenziale di manovra.

I tempi, comunque, sono quelli dell´incertezza in relazione ai possibili scenari che riguarderanno la futura crescita europea, le cui previsioni per il 2012 si attesterebbero intorno allo 0.5 per cento. Sullo sfondo resta la sfida del vertice salva euro e l´asse “dialettico” “Merkosy”, come é stato definito piú volte, con Merkel che vorrebbe, in sostanza, una commissione europea piú forte ed europeista a far da specchio ai timori di Sarkozy in merito all´utilizzo del EFSF, il fondo di emergenza. Ma anche a quelli del primo ministro britannico Cameron, che minaccia di esercitare il diritto di veto se gli interessi della Gran Bretagna risultassero lesi da decisioni penalizzanti.

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