Whitney, un amore violento

Il marito Bobby Brown, nonostante droga e violenze, aveva su di lei un potere psicologico enorme. Quasi da “sindrome di Stoccolma” tra vittima e carnefice. [Luisa Betti]

Whitney, un amore violento
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13 Febbraio 2012 - 11.22


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È stata trovata morta, annegata nella vasca da bagno in una stanza del quarto piano del Beverly Hilton, un albergo di lusso a Los Angeles. Una stella, una voce sublime, una bellezza folgorante, che se ne è andata a 48 anni, un’età in cui una donna ha ancora molte cose da dire e da fare.

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Di fronte alla morte di Whitney Houston però, molti (quasi tutti) i giornali hanno fatto un copioso riferimento all’uso di sostanze stupefacenti di cui la cantante faceva uso da anni, senza però ricordare, se non di sfuggita, la disastrosa e violenta vita coniugale con Bobby Brown – ex leader dei New Edition – un uomo che oltre a essere violento, aveva su di lei un potere enorme, una vera e propria manipolazione come succede nella “sindrome di Stoccolma” tra vittima e carnefice.

I due, che si sono sposati nel 1992, iniziarono la loro vita coniugale con la nascita di una figlia, Bobbi Kristina, ma anche con un graduale e sempre più imponente uso di droghe pesanti, un buco dove Whitney Houston sprofonderà. Bobby Brown si è sempre rivelato un uomo violento ma anche un individuo con pochi scrupoli, e oltre a subire diversi processi per le violenze nei confronti di Houston, è stato condannato a pagare 63.000 dollari (in alternativa a 90 giorni di prigione) per non aver versato ai due figli avuti dalla ex-compagna Kim Ward, una ragazza di 14 anni e un maschio di 12, con una sentenza emessa in un tribunale dove l’uomo si presentò con 4 ore di ritardo affermando, davanti al giudice, “di essere disoccupato e di non avere redditi”.

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Durante tutti gli anni ’90 Brown ha avuto problemi con la legge: per molestie sessuali, guida in stato di ebbrezza e lesioni aggravate. Nel 2003, durante un litigio in cui Brown picchiò selvaggiamente la moglie, la polizia dovette usare la scossa elettrica per fermarlo e arrestarlo. Whitney, che cominciò a consumare droghe pesanti proprio negli anni ’90 insieme al marito, rimase però sempre con lui, lo assecondò, lo perdonò, lo riprese a casa, fino a quando, nel 2006, decise di separarsi da Brown e di disintossicarsi.

“Non riuscivo a fare nulla senza di lui”, confessò Houston a Oprah Winfrey durante un’intervista dopo la disintossicazione, parlando di Bobby Brown come della sua vera droga: “Ero completamente dipendente da lui – disse – perché era dolce, un buon padre e mi proteggeva. E io mi sentivo al sicuro”. E pochi anni prima, pur avendo subito violenze dal marito, con tanto di denunce e segni evidenti di percosse, Houston aveva dichiarato pubblicamente: “Lui non è mai stato violento fisicamente ma solo psicologicamente”.

La star che cantava “Saving All My Love For You”, “How Will I Know” e “The Greatest Love Of All”, e che è stata anche l’artista donna più premiata di tutti i tempi, con l’incredibile numero di 411 riconoscimenti in carriera, non aveva certo nei confronti del marito una dipendenza economica (semmai era il contrario) né mancanza di autostima, ma il suo cervello era completamente frantumato. Il meccanismo in cui la vittima si lega emotivamente a chi la sta manipolando, produce una miscela di paura e riconoscenza, sentimenti contrastanti che non lasciano scampo e che possono essere fatali per la psiche della vittima – a meno che non si individui seriamente e in tempo il problema per poterlo risolvere – ed è un meccanismo che spesso si instaura nei casi di violenza domestica.

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Whitney però era già arrivata al suo ultimo stadio e la disintossicazione dalle droghe poteva non essere sufficiente nel suo caso. In suo soccorso erano già arrivate diverse persone, soprattutto la madre, la quale, come Whitney raccontò nella famosa intervista con Oprah Winfrey, la venne a prendere a casa con alcuni poliziotti per obbligarla a ricoverarsi in una clinica, dopo che la cantante era “rimasta in pigiama per sette mesi perché aveva completamente perso la testa a causa del crack”.

Ma la dipendenza di Whitney Houston da quest’uomo era tale che, come riportato da un giornale americano nel 2007, anche “dopo la violenta separazione”, la coppia era stata “avvistata di nuovo insieme in un ristorante di West Hollywood, e secondo alcuni sedicenti testimoni oculari, i due erano in chiari atteggiamenti affettuosi, tali da far pensare a una riconciliazione”, un’eventualità che agitava non poco i fan della star che di fronte a questa prospettiva, e conoscendo la storia coniugale della cantante, non nascondevano la preoccupazione perché in Bobby Brown vedevano “la causa principale del tracollo di Whitney, i problemi con la droga e il suo allontanamento dalla musica”.

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