Il coraggio (e la passione) di Franca

Franca Rame è stata prima di tutto una voce, e un corpo. Quando squadristi di destra la violentarono, rese pubblica la sua tragedia. Rompendo un tabù. Di [Monica Lanfranco]

Il coraggio (e la passione) di Franca
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29 Maggio 2013 - 15.24


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‘Per chi appartiene alla generazione degli anni ‘60, per chi ha fatto politica e attivismo a sinistra e nei movimenti delle donne, Franca Rame è stata prima di tutto una voce, e un corpo. La sua parole scandite con voce arrochita nei teatri italiani, la sua presenza scenica potente, pure nella strabordante preminenza di quella del suo compagno Dario Fo, sono vivissime nella mente di chi ebbe la fortuna di ascoltarle.

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Quelle parole, in particolare: la sua testimonianza di stupro.

Con un coraggio straordinario Franca Rame dette voce a tutte le donne violentate, in tempi in cui ancora poco si parlava di stupro. Calcò la mano sulla matrice dell’odio maschile verso di lei, verso il suo corpo di donna, che in quel caso veniva da uomini fascisti che la odiavano perché comunista, ma riuscì a mettere in luce, forse per la prima volta in modo chiaro e preciso, che la violenza sul suo corpo andava oltre il disprezzo politico: era la punizione scelta nei suoi confronti perché era una donna, prima di tutto, e una donna la si violenta per distruggerla, mortificarla, annullarla. Un massaggio per lei, e per le altre. Tutte.

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Ascoltai quel monologo a Genova, in un teatro periferico perché erano tempi nei quali la proposta Fo/Rame non poteva calcare le scene dei teatri accreditati dai salotti buoni.

Lo stupro di Franca, raccontato da lei pubblicamente nonostante le minacce di morte ricevute dai suoi aguzzini, diventato un pezzo di storia dolorosa del percorso della libertà delle donne italiane, oggi viene per fortuna rilanciato attraverso i social media e la rete, e va condiviso e proposto nelle scuole, così come anche il documentario Processo per stupro, che la Rai trasmise a ora tarda scatenando le ire di mezzo paese.

Il monologo di Franca Rame non fu sempre accolto, anche a sinistra, con benevolenza: accanto infatti all’ovvia acredine fascista, che si rovesciò su di lei giubilando perché una cagna comunista era stata giustamente punita ci fu chi stigmatizzò il suo eccesso femminista: Franca Rame andava bene finchè stava in ombra a fianco del grande Dario, ma quando si mise in prima fila con quell’outing ruppe, anche a sinistra, un tabù.

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In un’intervista che ebbi la fortuna di farle proprio dopo quella esibizione genovese mi disse, lei che era stata violentata da squadristi di destra: ”La violenza sulle donne non ha colore, è fatta sulla donna perché è una donna. E viene da ogni parte”.

Una affermazione, allora come ora, di enorme coraggio e lucidità.

FRANCA RAME: UNA VITA DEDICATA AL TEATRO E ALL”IMPEGNO CIVILE – Milano, 29 mag – Una vita dedicata al teatro, ma anche all”impegno politico e civile. L”Italia perde una protagonista del panorama culturale, che tra il palcoscenico dell”arte e quello della vita, aveva calato un ponte da percorrere in entrambi i sensi, da un lato per raccontare la realta”, spesso cruda, a sipario aperto, dall”altro per portare un po” di poesia nel quotidiano piu” aspro. Franca Rame si e” spenta oggi all”eta” di 84 anni: nell”aprile 2012, un ictus, che l”aveva costretta ad un ricovero d”urgenza al Policlinico di Milano era stato forse il primo segnale di una debolezza fisica, non certo di spirito. Figlia d”arte, Rame conobbe il palcoscenico prima ancora d”ogni altra esperienza: comparve, infatti, appena nata nel ruolo di infante in una delle commedie allestite dalla compagnia familiare. La ”consapevolezza del mestiere” era arrivata nei primi anni ”50 quando entro” nella compagnia di Tino Scotti per lo spettacolo ”Ghe pensi mi”. Intanto, il bivio della vita e” alle porte e sul calendario segna la data del 24 giugno 1954: Franca Rame sposa Dario Fo nella Basilica di Sant”Ambrogio a Milano (nasce nel 1955 il figlio Jacopo). Un”unione non soltanto privata perche” i due stringono un”alleanza che li portera” singolarmente e in coppia a siglare numerose pagine della storia italiana. A partire dal profilo culturale, con la creazione nel 1958 della ”Compagnia Dario Fo-Franca Rame” destinata ad un rapido e significativo successo. Con il ”68, i due scoprono anche il volto dell”impegno politico e civile abbracciando le nuove ideologie emergenti, che portera” successivamente Franca Rame, alla fine degli anni ”70 ad unirsi alle file del movimento femminista. L”attivita” teatrale, nel frattempo, vede il duo Rame-Fo in una serie di abbandoni e fondazioni di compagnie: lasciano il circuito dell”ETI nel 1968 per fondare il collettivo Nuova Scena, dalla separazione dal quale e” nato un nuovo soggetto, La Camune, attivo nei circoli Arci e nei ”teatri inediti” come fabbriche e scuole occupate con spettacoli di satira politica. Franca Rame attrice approda alla fine degli anni ”70 all”interpretazione di propri testi (”La madre”, ”Grasso e” bello!”, ”Tutta casa, letto e chiesa”) , cui anni dopo s”aggiunge ”Lo stupro”, testo ispirato alla drammatica esperienza personale vissuta nel 1973, quando Franca Rame venne rapita e violentata da cinque esponenti di estrema destra. Solo due anni prima, l”attrice si era pubblicamente esposta sottoscrivendo una lettera aperta, pubblicata dal settimanale L”Espresso, sulla morte del ferroviere anarchico Pinelli, in cui numerosi esponenti della cultura e della politica chiedevano la destituzione di alcuni funzionari. Nella vita di Franca Rame c”e” stato posto anche per l”impegno istituzionale con l”elezione al Senato nel 2006 in quota IdV, incarico lasciato dopo due anni. L”attrice ha dedicato gli ultimi anni alla propria autobiografia (”Una vita all”improvvisa”), immancabilmente scritta con il marito, ma anche, e soprattutto ancora, a calcare il palcoscenico: tra il 2011 e il 2012, infatti, i due hanno riportato in scena il celebre Mistero buffo, opera di Dario Fo, presentata per la prima volta nel 1969. (agenzia agi)’

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