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Studentesse, operaie, borghesi, milanesi doc e provinciali approdate nella terra delle meraviglie meneghina, figlie dei fiori, figlie di papà, gruppettare arrabbiate. Un po” di tutto, ma eguali per età.
Non si conoscevano e si sono ritrovate. Perchè le ha raccolte oltre quarant”anni dopo, trasformate ma non immemori, una studiosa di memorialistica, Luisa Fressoia, che opera in diverse università ma che s”è formata alla LUA (l”università di autobiografia di Anghiari). Ci sono voluti due anni, ma alla fine il libro è uscito, s”intitola “La coda della cometa” e verrà presentato il 12 dicembre sera, dalle 21, alla Casa della Cultura di Milano.
Non si può mancare: pomeriggio alla cerimonia in memoria della strage di piazza Fontana e la sera nella mitica Casa della Cultura (finalmente restaurata dopo il crollo grazie a una robusta colletta civica): cinquecento passi fra due luoghi simbolo dell”antifascismo.
Confesso d”esserci anch”io, in quel libro collettaneo, ma con un piede solo. Attorno ad un tavolone, guidate da Luisa Fressoia, il gruppo di ragazze attempate s”è infatti ritrovato una volta al mese per cercare di ricostruire i come ed i perchè di quei momenti in cui, appunto qurant”anni prima, eravamo “uscite dal guscio”. Mentre io, meno tenace o più impegnata delle altre ex-sessantottine del gruppo, saltavo la stragrande maggioranza delle riunioni.
Ma non è la mia insignificante persona che intendo segnalare, quanto l”interessante operazione di memoria. Che poi sia riuscita o meno, lo deciderà chi alle 21 di giovedì 12 dicembre verrà alla Casa della Cultura, in via Borgogna 3, angolo piazza San Babila.
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