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Le larghe intese della vergogna

La Camera, con voto bipartisan, ha stabilito che le donne per fare politica devono continuare ad affidarsi a "generosi" padri-padroni [di Silvia Garambois]

Le larghe intese della vergogna
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12 Marzo 2014 - 22.27


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Una vergogna per l’Italia. Una vergogna davanti all”Europa. Davanti alla storia. Hanno voluto il voto segreto alla Camera per tenere le donne fuori dal Parlamento: franchi tiratori appostati per far fuori una norma di civiltà. Non erano “quote rosa” quelle in discussione, ma riequilibrio di rappresentanza tra uomini e donne – come vuole la Costituzione – là dove si decide, là dove fino ad oggi gli uomini hanno mantenuto il potere per nomina e cooptazione (una “quota azzurra” strabordante, assoluta, dalle banche alle istituzioni, dalle università alla politica). In Parlamento ha vinto la difesa di genere, sì, di genere maschile.

Bipartisan le donne che chiedevano democrazia paritaria: nell”aula della Camera erano vestite di bianco, e c”erano anche i deputati – uomini – con le sciarpe bianche a dichiarare così il loro voto a favore. Bipartisan gli affossatori. La richiesta del voto segreto è partita da Forza Italia ma – secondo il “pallottoliere” di Montecitorio – sono mancati decine e decine di voti del Pd (66 nella prima votazione, 79 nella seconda, 40 nella terza).

Che non si parli più di merito: non c”entra niente. Non era su quello il voto della Camera. Che non si parli più di partiti che “autonomamente” al loro interno rispetteranno l’alternanza: c”era un voto da dare in Parlamento, senza che le donne italiane debbano continuare ad affidarsi a generosi padri-padroni.

Tutti i Paesi europei stanno cercando la strada per arrivare alla rappresentanza 50/50 tra uomini e donne: e in Spagna, in Francia, in Belgio, è legge. Pari candidate e candidati, e nelle liste alternati maschi e femmine. Nei Paesi del Nord europa sono decenni che questa regola è all”interno degli statuti dei partiti. Anche l”Italia, da appena un anno, aveva festeggiato una legge paritaria: quella che ha portato più consigliere nei Comuni, più deputate e senatrici in Parlamento. E su cui l”Italicum ora dà un colpo di spugna, con liste corte in cui si possono candidare due uomini in fila anziché l”alternanza uomo/donna. E senza preferenze.

Può finire così? Può davvero l”Italia – dove si sente ripetere alla noia che le donne sono “crescita e civiltà” – continuare a sbattere le porte per non farle entrare nelle stanze dei bottoni? Può davvero l”Italia condannarsi ad essere un Paese che imbavaglia il futuro?

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