“Mi sono sempre chiesta: perché la donna dev’essere pari all’uomo e mai l’uomo pari alla donna?! Strano concetto di parità se il parametro è sempre l’uomo… Ma il mio campo – la comunicazione – non è l’unico a registrare questa anomalìa linguistica, grammaticale, lessicale e semantica. Dagli annunci di lavoro rivolti per lo più a uomini, alla prosa, alle barzellette sessiste, alla formulazione dei problemi di matematica a scuola, le dissimmetrie nel discorso sugli uomini e le donne corrono tutte su frasi fatte.
Nei dialoghi, emerge una reificazione della donna anche dall’uso frequente di sineddoche quali: ‘la bionda, la rossa, la bella’, traduzioni verbali di molte immagini televisive stereotipate delle parti del corpo femminile. Da forme abituali di presentazione delle coppie sui giornali si evince poi la nozione di donna-proprietà e appendice dell’uomo: ‘Il prof e signora, l’avv e sua moglie, o la figlia di, la vedova di.’ Il mio vuol essere un piccolo contributo per stabilire un vero rapporto tra valori simbolici nella lingua e valori concreti nella vita.
La scuola è importante per questo cambio di passo, anche se il più delle volte questo arduo ma meritorio compito è affidato alla coscienza di pochi docenti idealisti che, gratis e non senza difficoltà organizzative, portano avanti importanti progetti educativi senza ausilio istituzionale nè collaborazione di genitori e colleghi. La scuola da sempre ha un ruolo fondamentale per la formazione delle coscienze, e chi crede in questo fa del suo lavoro una missione. Docenti (per lo più donne) come figure vicarie che riempiono quel vuoto comunicativo che talvolta si instaura in famiglia. Nel libro ho intervistato insegnanti di scuole elementari e medie – inferiori e superiori – di varie zone di Roma ma anche della Provincia e fuori Regione, riscontrando una grande curiosità da parte delle scolaresche incontrate.
Il progetto ‘itinerante e interattivo’ di cui si parla nel mio libro è quello ideato – a loro spese – da due ragazze, Maria Sara Cetraro e Serena Giardino, finaliste di un contest istituzionale che le vede protagoniste di un’ evento (rivolto sì ad un pubblico giovane ma che abbia già maturato una buona capacità critica) tutto giocato sull’immedesimazione e l’ironìa, dove si vestono i panni dell’altra/o nelle situazioni di vita quotidiana. La realizzazione di una mostra fotografica, di un corto e – forse – di un videogame o un app per smartphone che sovverta una cultura datata, riconosce alle due giovani autrici l’alto valore morale del loro lavoro. Inoltre, l’esecuzione di una performance che richiede la partecipazione del pubblico fa del loro un progetto ‘interattivo’, e ‘itinerante’ perché lo stanno portando in vari punti di aggregazione sociale del Paese (caffè letterari, centri sociali, spazi espositivi)”.
Maria Vittoria De Matteis, “Ricerca Pilota sull’educazione al rispetto della differenza di genere nella parità di ruoli”, prefazione di Franco Ferrarotti, ed.TekeLa prossima presentazione ‘interattiva’ è prevista il 7 maggio alle h 19.00, libreria Mondadori di via del Pellegrino, Roma.
(mariavittoria.dematteis@rai.it)