Costanza Miriano contestata al Salone del Libro di Torino | Giulia
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Costanza Miriano contestata al Salone del Libro di Torino

'La campagna Iodecido, in Italia come in Spagna, contesta anche chi, come Costanza Miriano, crede che la donna debba essere servile e sottomessa all''uomo.'

Costanza Miriano contestata al Salone del Libro di Torino
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14 Maggio 2014 - 11.16


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Il 10 maggio alle ore 20.30, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, si è svolto l’incontro dal titolo Maschio e femmina: contro l’ideologia del genere – Religione e spiritualità, con Costanza Miriano, autrice di diversi libri, quali:“Sposati e sii sottomessa”, “Sposala e muori per Lei”, “Obbedire è meglio” (diprossima uscita).

In questi testi l”autrice invita le donne a ripensare al proprio ruolo di mogli alla luce di un’idea di sottomissione all’uomo. La ricetta che propone Costanza Miriano per il funzionamento dei rapporti di coppia è semplice: la donna deve lasciare l”ultima parola all”uomo, rinunciare alle sue ragioni e aspettative in nome della sua presunta “natura accogliente”.

Si tratta di pensieri integralisti, pericolosi e offensivi nei confronti delle donne, la cui gravità è amplificata dall’essere stati divulgati all’ampia platea di persone presenti al Salone Internazionale del Libro.

Per questo abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso ad una tale retorica che vorrebbe riportare la donna ad una condizione medievale, che inneggia e incoraggia le donne a sottomettersi e obbedire al proprio marito, in quanto ciò sarebbe scritto nelle Sacre scritture.

Ancora una volta ci sentiamo dire come deve essere e come deve comportarsi una donna, ancora una volta ci sentiamo dire che prima di essere donne dobbiamo essere mogli e madri, brave se e in quanto sottomesse, e tali dettami vengono giustificati in ottica essenzialista e biologicista: la donna dev”essere così perché è nella sua natura.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a chi parla di “ideologia del genere” con il chiaro intento di togliere qualsiasi valenza scientifica agli studi di genere e queer e di delegittimare anni di studi e di ricerche e di lotte per l’affermazione di diritti delle donne e delle persone LGBTQI.

Tutto ciò è inaccettabile e non potevamo rimanere impassibili di fronte ad un tale abominio integralista che alimenta il modello patriarcale e maschiocentrico, dove la donna si deve inginocchiare all’uomo, al dio, al quale deve obbedire stando zitta.

Abbiamo deciso di manifestare il nostro dissenso provocatoriamente, per rendere palese l”assurdità delle affermazioni che trovavano consenso in quella sala.

Noi non ci stiamo
Noi non ci sottomettiamo a nessuno per un presunto volere divino

Noi siamo donne libere quindi ci autodeterminiamo

#IODECIDO

Collettivo AlterEva

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