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“Chissà dove credeva di andare la signorina Boschi, in arte ministro, quando si è vestita come l”attendesse un ricevimento a corte”. Segue minuziosa descrizione dell”abbigliamento, per la firma di Michela Tamburrino, giornalista de la Stampa sul numero del 18 settembre. Con allegata photogallery. A dimostrazione di come non sia indispensabile essere un uomo (anche se aiuta) per descrivere una donna come fosse un involucro e non una persona. Certo Maria Elena Boschi non è figlia del presidente della Corte costituzionale come l”elegante collega romana che lavora nella redazione torinese.
E dunque… Ma è quel disprezzo, con cui il pezzo di colore chiude, che fa male: “Eccola con il borsone da Nonna Papera tenuto con la manina come fosse un pacchetto di dolci visto che la spalla era già ingombra. Per chiudere, i capelli non folti sono troppo lunghi e finiscono sulle spalle a codino triste di topo. Pare arranchi, in nuance col passo politico”. Fa male non per Boschi, che nel caso si può difendere benissimo da sola, ma per noi tutte. Per il sorrisino che alla lettura si staglia su certe facce di maschi, facendoli sentire tranquilli perchè, sinchè le donne non fanno squadra solidale, loro ed i loro poteri possono dormire sonni tranquilli.
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