“Violenza contro le donne? Te la faccio vedere io”

'Parla lo stesso linguaggio dei giovani la web serie che a breve entrerà nelle scuole. L''idea è della Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano. Di [Giovanna Pezzuoli] '

“Violenza contro le donne? Te la faccio vedere io”
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22 Febbraio 2017 - 17.07


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“La violenza contro le donne? Te la faccio vedere io”: una web serie in 3 episodi è il nuovo progetto della Casa di Accoglienza delle Donne maltrattate di Milano per stimolare gli studenti a riflettere su comportamenti, purtroppo diffusi, che rappresentano altrettante avvisaglie e segnali d’allarme per veri e propri atti di violenza contro le donne.

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Di prevenzione si parla tanto, la Convenzione di Istanbul, ormai diventata legge, la considera uno dei capisaldi del piano nazionale prossimo venturo (si spera…) ma sono poche le iniziative concrete che cercano di coinvolgere i giovani rivolgendosi a loro con un linguaggio adatto. Con questo spirito CADMI, grazie al contributo economico della Fondazione Cariplo, ha messo a punto la mini serie, uno strumento che può meglio intercettare le nuove generazioni digitali, suscitando empatia e interesse. E finora sono state coinvolte 10 scuole e circa 1.250 studenti della terza e quarta classe delle superiori di Milano e Provincia.

«Ma lui le ha fatto un occhio nero, le ha messo le mani addosso e in più le ha imposto di non dirlo a nessuno, come faccio a non pensarci, questa è follia…», la ragazza (la giovane attrice Matilde Gioli) è indignata, quasi sconvolta per quello che è capitato all’amica Sofia; il ragazzo (Nicola Conversa dei Nirkiop, gruppo di youtuber), la prende molto più alla leggera e si consola con una bella pizza. Siamo alla puntata numero 3: i due amici che condividono l’appartamento stanno discutendo sulla relazione affettiva di una coppia di coetanei. Il gesto violento, percepito in modo differente da lei e da lui, è un indizio da riconoscere subito per evitare il rischio di un’escalation di violenza.

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Spiega Manuela Ulivi, avvocata civilista, presidente di CADMI: «Da circa 20 anni andiamo nelle scuole e abbiamo dato vita a tantissime iniziative per coinvolgere ragazze e ragazzi. Siamo convinti che parlare con loro sia davvero fondamentale per provare ad agire il cambiamento. Questo progetto dimostra come anche su temi così complessi sia possibile individuare modalità alternative e fresche».

I primi 3 episodi della web serie verranno mostrati nelle scuole dove andranno giovani educatori con i quali le operatrici della Casa hanno discusso a lungo, mentre dall’inizio di giugno i filmati saranno visibili anche su YouTube. «Abbiamo scelto di non parlare di violenza domestica ma delle esperienze che gli adolescenti vivono nelle loro relazioni intime che possono sfociare in veri e propri atti di sopraffazione, magari non percepiti come tali soprattutto da chi li agisce», dice ancora Manuela Ulivi.

La sceneggiatura della web serie è stata scritta dalla regista Brunella Andreoli: «I protagonisti sono due amici e gli avvenimenti sono filtrati attraverso il loro dialogo: nel primo episodio Matilde racconta di essere tormentata da Marco, il suo ragazzo; nel secondo invece è Nicola ad essere “sotto accusa” perché ha combinato un guaio postando sui social la foto intima di una ragazza appena conosciuta».

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Sono tante le piccole forme di vessazioni sulle quali i ragazzi dovrebbero riflettere, anche semplicemente quella di impedire a un’adolescente di uscire con le amiche. «La nostra sfida è stata cercare di catturare l’interesse dei ragazzi senza per forza parlare di sangue o attirarli con la morbosità – aggiunge Francesca Galli, avvocata penalista e vicepresidente di CADMI -, il massimo della violenza è il pugno, che non si vede, dato all’amica nella terza puntata».

Non manca il «cameo» di Giovanni Storti (del famoso trio Aldo, Giovanni e Giacomo) che si definisce «un personaggio buffo, marginale, un po’ di rottura» praticamente un simpatico ficcanaso che vive sullo stesso pianerottolo dei due ragazzi, mentre anche gli youtuber dei Nirkiop hanno piccoli ruoli, consegnando pizze a domicilio. Con il sottofondo musicale di That’s Amore di Dean Martin, si svolge un dialogo significativo tra i due amici: sono tanti gli stereotipi che possono stimolare la discussione tra gli studenti, ad esempio Nicola sostiene che Sofia se l’è voluta visto che invece di studiare era al parco a “limonare” con un altro. E un po’ giustifica il gesto di violenza perché in fondo lei è una tipa tosta con cui non è facile stare, e forse si fa trattare male perché si sente in colpa, mentre Matilde è molto netta: «Se Marco facesse solo il gesto di darmi uno schiaffo, gli spezzerei le gambe e poi lo denuncerei». E sempre a proposito di aggressività maschile e di ruoli, Nicola racconta che da piccolo era così terrorizzato dall’idea che il padre lo vedesse piangere che si chiudeva in bagno e poi dichiarava davanti allo specchio: «Ha ragione lui, sono una femminuccia…».

Ai ragazzi si chiede di essere parte attiva del progetto, producendo, anche con mezzi tecnici artigianali, il quarto episodio della mini serie. Gli studenti saranno invitati a partecipare a un contest per realizzare la puntata conclusiva e durante un evento di fine maggio verrà selezionata la proposta migliore e saranno premiati i finalisti. All’inizio e alla fine del progetto verranno distribuiti agli studenti due questionari sugli stereotipi di genere e sulla violenza contro le donne per poter monitorare il cambiamento e misurare efficacia del percorso di formazione.

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Guarda il [url”video”]http://youtu.be/uWjDjBWtUAo[/url].

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