"Libero" censurato per il triviale titolo contro la sindaca Raggi

'"Scorretto" per il Consiglio di disciplina dell''Odg lombardi il linguaggio della prima pagina del 10 febbraio. La soddisfazione di GiULiA e delle Cpo di Fnsi e Usigrai'

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16 Maggio 2017 - 14.04


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Insultante non solo verso la sindaca Virginia Raggi e le donne tutte, quel titolo “patata bollente” sbattuto in prima pagina di Libero come nel peggior “B movie anni Settanta” è una ferita ai principi etici che governano o dovrebbero governare il giornalismo. Da qui la sacrosanta censura inflitta a Milano al direttore responsabile della testata, Pietro Senaldi, dal Consiglio di disciplina dell”Ordine dei giornalisti lombardi. Il Consiglio non ha potuto sanzionare anche Vittorio Feltri, che di Libero è ora direttore editoriale, perché, si legge nel dispositivo, non è stato possibile dimostrare che sia stato proprio lui a decidere quel titolo “scorretto e triviale”…

Le giornaliste per prime erano insorte in quel 10 febbraio (anche [url”GiULiA”]http://giulia.globalist.es/Detail_News_Display?ID=92969&typeb=0&quelle-ignobili-battute-su-virginia-raggi[/url]), ma dobbiamo alle Cpo di Fnsi e Usigrai la presentazione di un esposto contro Senaldi e Feltri all”Ordine d”appartenenza. E quindi la condanna dell”uno e l”archiviazione per l”altro. Condanna che è molto circostanziata: scrive infatti il Consiglio di disciplina che “il doppio senso del titolo” era voluto, che il riferimento sessuale era “esplicito e intenzionale”, che insomma s”era trattato d”una “gratuita e immotivata aggressione”, con linguaggio “gratuito e triviale” per provocare un””umiliazione ingiustificata”. Ma soprattutto il provvedimento disciplinare sottolinea come non sia più accettabile “che una donna, qualsiasi sia il suo ruolo e la sua posizione nella società, debba essere sempre e comunque valutata sotto il profilo estetico e sessuale”.

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Questo il comunicato delle Cpo del sindacato nazionale e del sindacato Rai, che condividiamo:

Titolo offensivo sulla sindaca Raggi, comminata la censura al direttore di “Libero”

Soddisfatte Cpo Fnsi e Cpo Usigrai

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Censura: è questa la sanzione inflitta dal Consiglio di disciplina dell”Odg della Lombardia al direttore responsabile di “Libero” Pietro Senaldi per il titolo “Patata bollente” che sovrastava, in prima pagina, nell”edizione del 10 febbraio, una fotografia della sindaca di Roma Virginia Raggi. Un titolo che aveva provocato una indignazione generale e per il quale le Cpo di Fnsi e Usigrai avevano presentato un esposto chiedendo che fosse avviato un procedimento disciplinare.

«Esprimiamo soddisfazione per una decisione che certifica quanto a noi era apparso subito evidente: nella scelta inaccettabile e sessista del titolo di Libero, il Consiglio di disciplina ha ravvisato una “mancanza di grave entità” che è alla base della censura, la sanzione disciplinare adottata. La dimostrazione che offendere la dignità della donna, da parte dell”informazione, è una violazione della deontologia professionale», è il commento delle Commissioni pari opportunità di Fnsi e Usigrai.

Il Consiglio di disciplina lombardo ha ritenuto che Libero “abbia voluto utilizzare una titolazione a doppio senso” e che il riferimento sessuale fosse “esplicito e intenzionale”. Il Consiglio ritiene che “il linguaggio manchi di continenza e che l”espressione utilizzata sia di per sé offensiva”.

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Si è trattato di una “gratuita e immotivata aggressione della sfera personale e in una umiliazione ingiustificata. Il linguaggio di un quotidiano a diffusione nazionale – si afferma nella decisione – non può ricordare i titoli dei B movies anni 70”. Il consiglio di disciplina definisce quel linguaggio “scorretto e triviale” e la sollevazione dell”opinione pubblica significa, a parere del collegio, che è stato considerato “eccessivo e di cattivo gusto”. “Non si è più disposti – si legge ancora nella decisione del Consiglio – ad accettare che una donna, qualunque sia il suo ruolo e la sua posizione nella società, debba essere sempre e comunque valutata sotto il profilo estetico e sessuale: bella-brutta, disponibile-non disponibile, giovanevecchia”. Il Consiglio di disciplina lombardo ha quindi ravvisato la responsabilità del direttore responsabile Pietro Senaldi per i fatti a lui contestati e ritenuto sanzione adeguata la censura. Mentre ha archiviato il procedimento nei confronti di del direttore editoriale Vittorio Feltri, non ritenendo raggiunta la prova che sia stato lui a decidere del titolo “patata bollente”.

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