Nel mirino. In questo Paese paradossale in cui le certezze sono ritenute noiose e persino la Costituzione diventa “opinabile”, la collega e amica e “giulia” Marilù Mastrogiovanni si è vista sequestrare dalla Polizia postale gli ultimi articoli della sua premiatissima inchiesta, su mandato del gip del Tribunale di Lecce. Sul giornale online Il Tacco d’Italia, che dirige, i pezzi sono stati fatti oscurare senza entrare nel merito ma accusandone il metodo: la giornalista infatti avrebbe fatto uso di “espressioni molto forti nei confronti della Igeco spa, idonee ad offendere l’onore e il decoro della società stessa (e del suo legale rappresentante)”. L’Igeco è una società che gestisce la raccolta rifiuti in Salento. Già, peccato che proprio per quest’inchiesta su “Mafia, politica e rifiuti” Marilù Mastrogiovanni venga premiata domani in Senato (14 dicembre ore 15, Palazzo Giustiniani, Premio Giustolisi). Di più: proprio per quest’ultima delle sue molte e pericolose inchieste sul crimine organizzato la collega ha ricevuto protezione. Di più ancora: non si può colpire la libertà di stampa procedendo al sequestro sulla base – come scrive il gip – del “fumus del reato di diffamazione”. Per farsi un’idea su Costituzione, art. 21, testate online e relativa sentenza della Corte di Cassazione: “No all’oscuramento cautelare per testate online”.
L’Associazione di giornaliste GI.U.LI.A chiede non solo un immediato intervento di chiarimento e rimozione del sequestro, ma esprime tutta la propria preoccupazione per quest’iniziativa che indebolisce la collega Mastrogiovanni, già provata da ripetute minacce al punto da aver dovuto trasferire famiglia e lavoro in altra città.