Né la firma né la faccia: quando si vuole nascondere la testa sotto la sabbia, forse perché lo stesso autore è consapevole che i suoi scritti non sono all’altezza: all’altezza di un pezzo che viene pubblicato in prima pagina in un quotidiano regionale che vanta la più alta tiratura in Sardegna e una storia editoriale lunga 130 anni; non all’altezza delle lettrici e dei lettori che acquistano il quotidiano con fiducia per avere informazioni e dettagli attraverso una narrazione specchiata e realistica. Eppure un fantomatico signor Tacitus ci ha propinato, in un fondo del quotidiano L’Unione Sarda di giovedì primo novembre, le sue esternazioni tanto becere quanto superficiali sui generi, sui sessi mostrando di non conoscere (di non aver mai letto, né studiato, né approfondito) argomenti di rilevanza sociale e culturale, così attuali e delicati perché riguardano la persona, le identità delle persone, che richiedono approfondimento e rispetto. Il viaggio improbabile di Tacitus è partito addirittura dalla Cina, dagli esperimenti di fertilità su due femmine di topo escludendo il contributo dei maschi… per poi paracadutarsi in Italia e citare maldestramente Laura Boldrini, il linguaggio di genere, passando per ‘le accuse di stupro di Asia Argento’ e per i suoi ‘risarcimenti milionari’. Una sfilza di parole alla rinfusa, per giungere poi alla soluzione finale (di Tacitus) sostenuta in apertura di scritto : ‘Come sarebbe un mondo di sole donne?’. Immediatamente sui social sono esplose polemiche, reazioni di indignazione, critiche, da parte di donne e di uomini al giornale che ha pubblicato e a Tacitus che, all’ombra dell’anonimato, ha proposto il suo greve prodotto. La reazione dei giornalisti dell’Unione Sarda non si è fatta attendere, la redazione si è riunita in assemblea per l’intero pomeriggio , riunione aggiornata a lunedì prossimo in attesa di un confronto col Direttore. Giulia giornaliste Sardegna ha pubblicato nella sua pagina fb un comunicato. Eccolo:
“Tutto può succedere!”. Anche di leggere sul quotidiano sardo che si prepara a festeggiare i suoi primi 130 anni di vita un fondo in prima pagina che in maniera greve deride le donne, ma così facendo denigra soprattutto gli uomini, perché ne fa i portavoce di posizioni talmente risibili da ritorcersi contro chi le esprime.
E può succedere anche che dovendo scegliere uno pseudonimo sotto il quale celare la propria identità l’autore non si senta in imbarazzo per il fatto di riferirsi al più grande storico e oratore latino di tutti i tempi. La capacità di argomentare e far riflettere, di cui Tacito era maestro, da questo TACITUS vengono sostituite da un atteggiamento di altera supponenza che mira a ridicolizzare le storiche, antiche e attuali battaglie delle donne, trattando in modo becero e superficiale contenuti che meritano rispetto. Spiace davvero che alle lettrici e ai lettori di un quotidiano che vanta una tradizione lunga oltre un secolo di impegno e di lavoro dei colleghi per garantire sempre e ovunque i diritti della persona, di tutte le persone e il rispetto dei generi, di tutti i generi, venga proposto questo acido frullato di opinioni miscelate alla rinfusa e poi servite nell’illusione di strappare, al più, una grassa risata a chi si accontenta di usare la pancia senza mai disturbare il cervello. Noi donne, ciarliere, ma anche allegre, anche colte, anche attive, e impegnate meritiamo di essere rappresentate dai media senza stereotipi, senza pregiudizi e condizionamenti. Commenti di questo genere sono un pessimo biglietto da visita per la celebrazione della storia di un quotidiano alla vigilia di una ricorrenza che, per l’editore e la redazione, deve costituire l’occasione irrinunciabile per ripercorrere e valorizzare il suo onorevole passato, contraddistinto dall’abitudine a dare voce, pur all’interno di una vivace dialettica e di un acceso contraddittorio, anche a chi è impegnato in battaglie magari non condivise, ma comunque rispettabili. Le 50 giornaliste di Giulia Sardegna esprimono solidarietà e vicinanza alle colleghe e ai colleghi del giornale impegnati quotidianamente a rappresentare la realtà cercando di sradicare pregiudizi e luoghi comuni che alterano una corretta narrazione della nostra esperienza quotidiana.
Giuliagiornaliste Sardegna
Cagliari 1/11/2018