UDI, l’Unione Donne Italiane, vuole vederci un po’ più chiaro. Dopo l’interessante indagine Cgil sullo smart working, anche la più “antica” associazione di donne, nata nell’immediato dopoguerra, ha deciso di diffondere anche tra le sue iscritte un questionario per approfondire i temi delle relazioni lavorative e familiari.
Un sondaggio, in realtà, che si vuole diffondere in modo vasto, per capire dalle donne e dagli uomini, sotto contratto o libero professioniste, cosa ci attende dal futuro. E come si può intervenire sul futuro.
Ecco il testo della lettera e il link al sondaggio:
“Il recente periodo di confinamento legato all’emergenza sanitaria ci ha costrette tutte in una situazione che non conoscevamo modificando abitudini, qualità dei rapporti umani, procurando in molti casi situazioni complesse e difficili da gestire. Alcune donne hanno perso il lavoro, altre sono state messe in cassa integrazione, per altre si è aperta in maniera improvvisa ed inedita una nuova modalità di lavoro chiamato smart-working o lavoro agile, che si svolge tra le mura di casa.
Ora che siamo passando alla “fase 2”, molte lavoratrici continuano a lavorare da casa. Tale modalità lavorativa ha indubbiamente avuto molte ripercussioni sull’organizzazione del lavoro, ma contemporaneamente ha avuto forti ripercussioni sull’organizzazione familiare e sui rapporti interpersonali, con ricadute a volte anche pesanti in termini emotivi.
Pensiamo che questa modalità di lavoro potrebbe continuare ancora per molto.
Abbiamo quindi pensato di cercare di capire, dalle stesse donne coinvolte, come questo modo di lavorare è stato vissuto e se e come ha modificato la loro vita lavorativa e familiare.
Non pretendiamo di fare una vera e propria indagine ma un sondaggio dal quale ricavare indicazioni per sottoporre alle organizzazioni sindacali (che non sono state coinvolte in questo momento di emergenza) e alle forze politiche le idee dell’UDI su questo argomento.
È un sondaggio breve, non occupa più di 10 minuti, ma è importante avere più risposte possibili. Se non siete coinvolte nello smart-working, vi preghiamo di rispondere solo alla prima parte e di diffonderlo a quante più persone potete, è anche un modo per sentirvi più vicine.
Il sondaggio è rivolto a uomini e donne”.