«Uno stupro non è uno spettacolo, il racconto di un fatto di cronaca non deve mai rendere nuovamente vittima chi ha subito violenza, dando voce a chi urla più forte». Così le Commissioni pari opportunità Fnsi e Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste che, in una nota congiunta, «denunciano la narrazione, in alcuni media, del caso Grillo, con omissioni o uso di termini che offendono e colpevolizzano le donne, obbligate a difendersi come se fossero responsabili e non vittime».
Un racconto della violenza, proseguono le Cpo, «ridotto alla mera dimensione politica, che non prova neppure ad analizzare la terribile realtà che sta dietro ai presunti ritardi delle denunce, ma che soprattutto colpevolizza di fatto la vittima mettendone in dubbio la credibilità e insistendo sul fatto che fosse o meno consenziente.
Una narrazione – incalzano – che ignora o dimentica i principi contenuti nel Manifesto di Venezia e nell’articolo 5bis del Testo unico deontologico, con un linguaggio contrario al rispetto della dignità delle persone e della parità di genere. Manifesto di Venezia che, per quello che riguarda la Rai Servizio pubblico, è anche inserito nel contratto giornalistico».