Le direttrici d'orchestra, tra la Crusca e gli spot in tv | Giulia
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Le direttrici d'orchestra, tra la Crusca e gli spot in tv

La musica tormentata: da Beatrice Venezi a Oksana Lyniv le note vengono accarezzate ma la lingua italiana maltrattata. E persino nel "tempio" musicale bolognese ci si confonde. [di Marina Cosi]

Le direttrici d'orchestra, tra la Crusca e gli spot in tv
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11 Ottobre 2021 - 23.28


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L’evoluzione della specie. I nomi di professioni al femminile, l’abbiamo detto e scritto sino alla nausea, trovano resistenza tra i parlanti man mano che le loro portatrici salgono la scala sociale. Su contadina o infermiera o parrucchiera infatti nessuno ha da eccepire, ma quando si arriva in cima al pianerottolo, cioè sino a rettrice o ministra, allora sono battibecchi e cavoli acidi. Trascurando gli (e le, va detto) estremisti che vorrebbero declinare anche i participi come pure gli incerti vagolanti che un po’ ti chiamano in un modo e un po’ nell’altro, per giunta all’interno dello stesso discorso, approdiamo al caso della direttrice d’orchestra lungocrinuta alla quale il dibattito ha portato non so se gloria, ma di sicuro denari.

Al festival di Sanremo, dove era chiamata a co-condurre una serata del popolare appuntamento musicale, Venezi dichiarò dall’alto d’un tacco 12 e d’una apprezzabile immodestia: Voglio essere chiamata direttore e non direttrice, perché quel che conta è il talento con cui si svolge un determinato lavoro. Va detto che anche la Crusca dinanzi alla polemica si esibì in una sorta di cerchiobottismo mitigato, affermando il diritto a fare sì una scelta, magari da taluni giudicata ideologicamente arretrata, ma senza pretendere di imporla agli altri…  

Vabbè, sta di fatto che passato pochissimo tempo, diciamo giusto il necessario per siglare un accordo con una ditta produttrice di un trattamento anti caduta pilifera, ecco la chioma di Venezi prestarsi ad una pubblicità diciamo non finissima: “Attiva il tuo lato Bioscalin”. Laddove la scritta è in bianco, ma la B è verde. Ora i bravi pubblicitari, che sanno come si debba battere il ferro finché è caldo, alzano il tiro. E la società investe e parecchio in una promozione televisiva, facendo scuotere a Venezi i suoi lunghi capelli anche in reiterati spot; ma per fortuna stavolta tralasciando d’accennare al lato B.

La polemica divide, agita, fa discutere com’è ovvio per una polemica, ma anche crea sconcerto (s/concerto, ovviamente, trattandosi di direttrice d’orchestra… Battuta pessima, ammetto). Ed ecco che il Teatro comunale di Bologna, che apprezzo molto e di cui leggo sempre con interesse e condivisione i comunicati stampa, oggi ci informa: “ Prima direttrice d’orchestra ai vertici di una Fondazione lirico-sinfonica italiana”. Ma subito sopra annuncia: “Oksana Lyniv direttore musicale del Teatro comunale di Bologna”. In poche righe a seguire si racconta della “direttrice ucraina impegnata con due opere” e che “il suo primo impegno nella veste di direttore musicale la vedrà sul podio…”.

Alla fine, per tagliare la testa al toro, suppongo, la si sceglie di chiamare direttamente per nome e morta lì: “Oksana Lyniv parteciperà alla conferenza stampa… mercoledì 20 ottobre”.

 

 

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