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Non soddisfa le donne
libiche la legge elettorale messa a punto da un”apposita commissione,
in vista del voto della prossima estate per i 200 membri
dell”Assemblea costituente. La proposta è stata anticipata nei giorni
scorsi e dovrebbe essere formalizzata il 22 gennaio, dopo l”esame
delle proposte di emendamento presentate in questi giorni.
Per l”organizzazione Women4Libya (W4L), la proposta di legge va
bocciata, in quanto non fissa quote rosa. Le attiviste si erano
dette contrariate da una precendente bozza, che fissava una “ridicola”
quota del 10% per la presenza femminile nell”Assemblea.
Ora, con un comunicato, si dicono “scioccate nello scoprire che
non c”è più alcuna quota, il che aggrava il rischio di esclusione”.
“L”iniziale quota del 10% proposta per le
donne era senza dubbio insultante – ha detto Farah Abushwesha,
portavoce di W4L – visto che oltre la metà della popolazione è di
sesso femminile e le donne hanno partecipato alla rivoluzione (contro
Muammar Gheddafi, ndr) al pari degli uomini”.
“Le donne libiche, come gli uomini, aspirano a un paese stabile
e democratico e alla partecipazione a tutti i processi decisionali –
ha proseguito – Nei paesi che hanno conosciuto una fase
post-conflitto, le quote per le donne sono del 30 o 40%. Perfino in
Iraq e Afghanistan la quota minima è del 25%”.
“Questo è contrario alle garanzie che il Consiglio nazionale di
transizione ci aveva dato ed è contrario allo spirito dell”Islam”, ha
detto Abir Dajani Tuqan, un”altra esponente di W4L.
Per questo l”organizzazione ha presentato una
petizione con oltre tremila firme, con cui chiede al Cnt di garantire
una maggiore presenza femminile nell”Assemblea. Le donne propongono un
sistema che riservi il 40% delle quote alle donne e un altro 40% agli
uomini, in vista della creazione di un meccanismo più sviluppato che
garantisca una presenza femminile pari al 50% in tutti i processi
decisionali.
Il gruppo chiede anche la revisione di altre parti della legge
elettorale, tra cui la non elegibilità di quanti vivino all”estero e
hanno la doppia cittadinanza.
“C”è il rischio che coloro che sono stati costretti all”esilio
negli anni del regime non siano elegibili nè possano votare, proprio
nel momento in cui la Libia ha bisogno di tutti i suoi talenti per
ricostruire il paese”, ha detto Sara Maziq, tra le fondatrici di W4L.
Critiche anche alla mancata definizione dei collegi elettorali, che
potrebbe scatenare, secondo il gruppo, nuovi conflitti e violenze
settarie. In generale, W4L chiede una consultazione pubblica su temi
come i partiti politici, la formazione degli scrutatori, la
rappresentanze delle minoranze, oltre a una maggiore trasparenza nelle
decisioni prese dal Cnt su questa materia.
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