Moda & carcere: la collezione salvata dalle toghe

'Al lavoro poco meno di una trentina di detenute di San Vittore. "I clienti migliori? I magistrati, grazie a loro il budget quest''anno è salvo"'''

Moda & carcere: la collezione salvata dalle toghe
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21 Marzo 2012 - 12.00


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‘Milano, 21 mar – Frange e intrecci per abiti e camicie e poi tanto colore. E” questo lo stile della nuova collezione primavera-estate confezionata dalla Cooperativa Alice, impegnata nel reinserimento delle persone detenute nel mondo del lavoro, che domani verra” presentata nel negozio, in pieno centro a Milano, Sartoria San Vittore. Ogni creazione in cotone e jersey, dalle linee morbide che seguono il corpo, disegnate dalla stilista Rosita Onofri, ha preso forma dalla professionalita” di detenute o ex detenute. Poco meno di una trentina che, a seconda del loro destino, lavorano otto ore al giorno nei tre laboratori della cooperativa: uno nel carcere di San Vittore, un secondo in quello di Bollate e un terzo, esterno, dove su 15 lavoratrici, nove sono ex detenute o donne in semiliberta” o in affidamento in prova ai servizi sociali.

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Artigiane che, appresa l”arte del mestiere (alcune con esperienza decennale), lavorano tutto l”anno per creare abiti da sposa, pret-a-porter (circa 2mila e 500 capi) e anche toghe per magistrati. Proprio la produzione di toghe e” risultata ””fondamentale, quest”anno per il budget””, conferma Elisa che da anni lavora nel negozio. Sono le magistrate e i magistrati i clienti migliori insomma, che danno lavoro ””senza mai chiedere prezzi di favore”” aggiunge Alessandro Brevi, uno dei fondatori della cooperativa. Nel piccolo negozio Sartoria San Vittore su due livelli, in via Terraggio a due passi da Sant”Ambrogio e dall”omonima via, dalle 17 di oggi verra” presentata la nuova collezione.

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