Roma, 21 ott – Stessi diritti, nessuna distinzione. Nati all’interno del matrimonio o meno, figli sono. Sempre. E ora lo dice anche la legge. La commissione Giustizia della Camera ha licenziato la legge che equipara le figlie e i figli legittimi a quelli naturali. Si parla di 100mila bambine/i in tutta Italia: il 20% del totale.
Il provvedimento è atteso in aula per la discussione nelle prossime settimane. Ma nel frattempo incassa la soddisfazione bipartisan, e le parola trionfanti di Alessandra Mussolini, relatrice del testo unificato che ha messo insieme le sei proposte di legge presentate da centrodestra e centrosinistra.
«La legge di riforma del diritto di famiglia del 1975 aveva stabilito grandi principi innovativi nel rapporto tra coniugi, ma non aveva completamente eliminato le discriminazioni e le differenze tra le figlie e i figli nati all’interno del matrimonio e quelli nati fuori dal vincolo matrimoniale», spiega Mussolini. «Sono molto soddisfatta del fatto che il provvedimento sia stato approvato quasi all’unanimita. Un atto di estrema civiltà».
Il parlamento delega così il governo «a trattare le figlie e i figli naturali con gli stessi ordinamenti, con un unico giudice», spiega la deputata del Pdl. «Mi auguro anche che all’interno di questa delega si possano risolvere le tante controversie che ci sono, e che sono purtroppo di questi giorni, in caso di separazioni molto conflittuali tra i genitori, e che si liberino i bambini dagli istituti».
Soddisfatto anche il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ed ex portavoce di Unicef Italia, Vincenzo Spadafora: un fatto positivo che «il nostro Paese aspettava da molto tempo». Una pecca, in verità, c’è: «Dispiace solamente che all’interno di questo testo siano state inserite anche altre cose che potevano essere discusse con maggiore attenzione, come le competenze del tribunale per i minori e del tribunale ordinario e il dibattuto tema delle figlie e dei figli nati dall’incesto. Bisogna prevedere delle forme di riconoscimento e di tutela anche per questi bambini, però molte associazioni e molti addetti ai lavori avrebbero preferito che questa discussione venisse fatta al di fuori di questo testo».
Secondo le norme che attendono l’approvazione dell’Aula della Camera, tutti i figli, anche quelli naturali, godono di un unico status giuridico. Le bambine e i bambini nati fuori dal matrimonio potranno avere nonni, zii, fratelli. Quindi vincoli di parentela prima negati in assenza di legittimazione. Secondo l’articolo 1 del testo «la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione e’ avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui e’ avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo». Il vincolo di parentela non c’è in caso di adozione di persone maggiorenni. La novità avrà rilevanza anche ai fini dei meccanismi di ereditarietà. In caso di riconoscimento postumo da parte del padre, il cognome della madre non sarà mai cancellato, «ma la figlia o il figlio potrà affiancargli quello paterno».