La “Fase 2” è la più fragile. Ha dentro di sé paura e speranza, stati d’animo che si mescolano portando al quesito fondamentale “adesso cosa accadrà?”. Occorre un progetto e a Milano, alla Casa delle donne, pensieri ed esperienze diverse cercheranno venerdì di costruire una proposta che sia femminista proprio nel senso di non escludere nessuno…
Non a caso in un momento come questo in cui, approfittando dell’emergenza, le task force, i “pensatoi”, i comitati d’esperti pur sovrabbondanti sono tutti pieni quasi esclusivamente di uomini, anzi di maschi. Ecco dunque, organizzato dalla Casa delle Donne di Milano, il dibattito Emergenza covid-19 e “Fase 2” – Riflessioni e proposte in un’ottica femminista, che si terrà venerdì 8 maggio dalle ore 18 sulla piattaforma Zoom. Una discussione online aperta a tutte e tutti dove riflettere sulla situazione che viviamo e sperimentare nuovi modi per uscirne al meglio.
Da mesi la televisione, i giornali e i social provano a cercare soluzioni e pensieri sui tempi attuali e sul futuro che ci attende, ma poco di concreto per ora… Eppure sono indispensabili progetti alternativi e fattibili che si rivolgano sia al nostro sistema di salute pubblica, che ha mostrato di non essere in grado di proteggere la vita delle cittadine e dei cittadini, sia a tutti gli altri meccanismi sociali da cui provengono i nostri valori.
E allora, qual è quindi il punto di vista delle donne? Esistono modi diversi e nuovi di riorganizzare la salute, il sistema scolastico, di relazionarci, di vivere e praticare altre forme di economia e di convivenza?
Anita Sonego dialogherà con la scienziata epidemiologa Sara Gandini, affiancando le giornaliste Floriana Lipparini, tra le fondatrici della Casa delle Donne di Milano, e Silvia Neonato della Società Italiana delle Letterate (nonchè giulia), e la giovane attivista femminista e filosofa politica Maria Moїse.
Anche dubbi, tanti, non solo soluzioni, in un momento di confronto che ci vede tutte intente a scrutare il futuro e a voler esserci dentro da protagoniste. Perchè “è possibile immaginare come potrebbe o dovrebbe essere il mondo trasformato dal femminismo” (Judith Butler).