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Il paese dei papi 2.0

Ragazze in cerca di fortuna entrano in contatto sul web con maturi gentiluomini. Di [Giulia Baglini]

Il paese dei papi 2.0
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4 Giugno 2013 - 19.23


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“Da che mondo è mondo le giovani donne hanno sempre cercato la compagnia di uomini maturi e abbienti per differenti motivi: stabilità economica, sicurezza e maturità; per questo motivo nasce in Italia SugarDaddy.it, un portale di dating grazie al quale ragazze in cerca di fortuna, esperienze e magari successo, potranno entrare in contatto con maturi gentiluomini pronti a prendersi cura di loro”.

Inizia con queste parole il professionale comunicato stampa con cui il sito Sugar daddy, comparso sul web da pochi giorni, si presenta agli utenti italiani.
Ancora più esplicito è il titolo del comunicato: L”Italia è il Paese dei “papi”: trova il tuo con SugarDaddy.it.

Nei giorni in cui si celebra il processo Ruby non può non risultare ancora più fastidioso questo richiamo al papi nazionale, all’uomo politico più potente d’Italia diventato per molti uomini e per molte donne, ahimé, oggetto di un culto della personalità che sfiora l’idolatria.
Ed è così che il sistema di potere che aveva al centro le famose olgettine viene reso “smart” e reso accessibile da chiunque via web.

Il comunicato prosegue fornendo anche delle spiegazioni che vorrebbero scomodare la sociologia: “Ma cosa cercano le giovani ragazze in un uomo facoltoso più grande di loro? Alex Fantini, fondatore di Sugar Daddy fornisce delle delucidazioni al riguardo: “Ci sono diversi modi per dimostrare la propria generosità; non si tratta di svilire il concetto di amore, semplicemente ci proponiamo di agevolare incontri che possono portare giovamento a entrambe le parti: alle giovani donne che cercano la propria strada, che magari hanno bisogno di una figura matura che le aiuti a trovare se stesse e renda più agevole la strada per la propria realizzazione; e agli uomini di una certa età, occupanti ruoli sociali di livello alto perciò benestanti e in cerca di compagnia e orgogliosi di poter conoscere ragazze giovani da trattare come principesse”.

Da redattrice di un piccolo giornale locale e da donna mi chiedo come sia possibile che questo tipo di iniziative possano avere legittimità di esistere e quale insegnamento diamo alle giovani donne che si affacciano alla vita se facciamo in modo che esistano queste operazioni.

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