Ursula Hirschmann, berlinese di nascita ma cittadina del mondo, poliglotta, europeista convinta, in viaggio sempre, intelligente, colta , autonoma, fiera, spregiudicata, coraggiosa, capace di rinascere tante volte, tessitrice instancabile, dimenticata per troppo tempo. Una vita incredibile con tante fughe, esilii, rifugi, sfide, sconfinamenti, “Come in una giostra”, che è anche il titolo di un libro appassionante di Marcella Filippa, storica e giornalista che insegue le sue tracce, riporta ricordi, testimonianze per dare il giusto valore e riconoscimento a una donna dal forte impegno politico concreto nella costruzione dell’Europa unita e libera. Non solo moglie e musa ispiratrice di grandi uomini visionari da lei amati, come il filosofo ebreo Eugenio Colorni e Altiero Spinelli, figura di primo piano nell’Unione Europea, ma determinante per la nascita e la diffusione del Manifesto di Ventotene. Il 9 maggio si festeggia l’Europa in ricordo della dichiarazione Schumann del 1950 che segna l’inizio dell’integrazione degli Stati europei. Un’unione un po’ ammaccata con al vertice per la prima volta una donna, Ursula Von der Leyen, che per l’affronto di Erdogan si è sentita “ferita, sola come donna e come europea”. Un fatto assurdo, come sono assurdi i silenzi e ingiusti oblii di molte donne che hanno dato molto, è il caso di Ursula Hirschmann, per costruire un’Europa democratica senza confini.
Di famiglia ebrea borghese di Berlino, Ursula Hirschmann è stata una giovane attivista antinazista nel partito socialdemocratico, nel 1932 esule a Parigi vicina al partito comunista, va a Trieste dove ventiduenne sposa Eugenio Colorni, conosciuto a Berlino. Lo seguirà nel suo confino a Ventotene, dove conoscerà Altiero Spinelli, grande amore della sua vita che sposerà nel ’45 dopo la morte del marito assassinato dai fascisti nel ‘44. Impegno politico e amore si intrecciano anche con la nascita di sei figlie. Marcella Filippa scava e racconta in modo sapiente, empatico, i momenti salienti della vita di Ursula, ritrova intrecci con le vite di altre donne antifasciste pioniere e libere. E’ lo stesso Spinelli a ricordare il coraggio di Ursula quando riesce a portare clandestinamente a Milano il Manifesto di Ventotene scritto su cartine di sigarette nella pancia di un pollo arrosto, città in cui lo diffonde tra i giellisti e socialisti, insieme a Ada Rossi e le sorelle di Altiero Spinelli , Gigliola e Fiorella, con cui pubblicherà clandestinamente il primo numero di “L’unità europea”. Tradurrà il Manifesto anche in tedesco e fatto circolare negli ambienti antinazisti. Sempre a Milano, nel ’43, ha un ruolo di primo piano nel creare il Movimento federalista europeo. Poi in Svizzera per internazionalizzare il movimento europeista, nel ’45 è coinvolta nell’organizzazione a Parigi del primo congresso internazionale federalista.
Vivrà anche a Roma, città elettiva molto amata, dove ora riposa nel cimitero Testaccio, che lascerà per seguire Altiero Spinelli a Bruxelles nel suo nuovo incarico di Commissario europeo. E’ un momento difficile per Ursula che sembra voler uscire dall’ombra, mettere in discussione la sua dimensione di consigliera e collaboratrice, che sente il bisogno di emanciparsi dalla figura maschile, attratta e influenzata dal femminismo. Sente il desiderio di un progetto tutto suo, come sarà “Femmes pour l’Europe” che costituisce a Parigi nel 1975, un progetto federalista coniugato al femminile, per un’Europa che riconosca, tuteli e valorizzi le donne. E’ convinta, come ricorda Marcella Filippa, della forza e del coraggio delle donne, specie delle più giovani, richiamandole a partecipare negli organismi, nei partiti che altrimenti “rimangono saldamente nelle mani degli uomini e il loro peso politico insignificante”. “Troppo spesso siamo escluse e accettiamo di essere escluse”. Il libro riporta quello che scrive Spinelli nel suo Diario europeo nell’aprile del 1975: “Ursula, meditando sulle scoperte che sta facendo grazie al crescente impegno femminista, mi ha detto che effettivamente si è accorta che tutta la sua vita è stata sbagliata, che ha dato troppo posto e un posto centrale all’amore, che se dovesse ricominciare vorrebbe vivere diversamente”. Forse avrebbe avuto un maggiore riconoscimento per il grande impegno dato alla causa europeista. Di certo Ursula Hirschmann ha precorso i tempi ma ha anche capito il lungo percorso che le europee devono ancora affrontare per un’Europa che le riconosca pienamente. Una donna da conoscere meglio, un libro da leggere.