Nei mesi appena trascorsi è tornato a rivivere e riecheggiare nella località marinara di Santa Marinella il nome di Olga Ossani, scrittrice e giornalista di origini napoletane che all’inizio del’900 vi trascorreva la villeggiatura animandola col suo Circolo di intellettuali artiste e personagge dell’epoca che frequentavano la sua villa al mare vicino Roma.
Attraverso il lavoro di ricerca storiografica avviato con un Progetto finanziato dalla Regione Lazio e coordinato da Crasform Aps, con in prima fila Alida Castelli, una Giulia, si è arrivati al ritrovamento di un corposo carteggio fatto di lettere, note, diari, ricevute appunti e missive che ha reso possibile ricostruire la vicenda personale e professionale di Olga Ossani e del Cenacolo che creò nella sua villa di Santa Marinella fra la fine dell’800 e inizio del ‘900, e dove si incontravano personalità della letteratura, del teatro e del giornalismo che assiepavano i circoli culturali romani e che in estate vi arrivavano a vivacizzarla. Lo spaccato di una vicenda istoriata nei Pannelli della Mostra dal titolo “Il Circolo di Olga Ossani” allestita e inaugurata lo scorso marzo nella Biblioteca “A. Capotosti” e poi trasferita a “Casetta Trincia” sempre a Santa Marinella dove rimarrà aperta al pubblico in modo permanente.
Una operazione di disvelamento che vuole sottrarre alla dimenticanza di un secolo l’affascinante e intrigante figura di Olga Ossani (a cui il Sindaco ha promesso di intitolare un luogo o una strada della cittadina) e ridarle il suo posto nella storia delle Donne che è la storia del mondo.
Olga iniziò la sua attività giornalistica giovanissima, nel quindicinale “Cronaca bizantina” grazie all’aiuto di Edoardo Scarfoglio, (poi marito di Matilde Serao) che la introdusse nel mondo del grande giornalismo, proseguì poi nel “Capitan Fracassa”. In seguito intensificò la propria collaborazione con numerose testate, di cui alcune fondate insieme al marito Luigi Lodi, grande giornalista del tempo, sempre da lui dirette e mai da lei!
Santa Marinella fu invece il regno di Olga, nella sua villa ospitava personaggi del calibro di Trilussa, Mascagni, Pirandello, D’annunzio, Ugo Ojetti, Arnaldo Vassallo mentre con le donne apparentemente tanto diverse fra loro, Maria Montessori, Matilde Serao, Eleonora Duse, Grazia Deledda ed Evelina Cattermole, la celebre “Contessa Lara” che frequentavano la sua dimora estiva, sviluppò un rapporto di profonda amicizia più intenso e arricchente. Si discuteva di politica e di letteratura, progettava articoli, spettacoli teatrali, film (Eleonora Duse e Grazia Deledda dietro suo suggerimento collaborarono alla realizzazione dell’ unico film di Duse “Cenere” tratto da un racconto della scrittrice e premio Nobel sarda). Con le donne condivideva anche l’impegno all’attivismo e alla militanza politica. Partecipò infatti nel 1899 a Londra con Maria Montessori, delegata per l’Italia, al Congresso Internazionale delle donne.
Mentre Grazia Deledda insieme alla Montessori inaugurò il primo congresso del CNDI, Consiglio Nazionale delle Donne Italiane che si tenne a Roma nel 1908 alla presenza dalla Regina Margherita. Olga abitualmente scriveva di cronaca mondana e artistica, di spettacoli, che alternava a brevi racconti; poi cominciò ad occuparsi con articoli – inconsueti per i giornali dell’epoca – anche della condizione delle donne e le battaglie di emancipazione: il diritto al voto, allo studio, al libero accesso nelle professioni, al lavoro con pari condizioni, al divorzio, il diritto alla ricerca della paternità fino a sostenere dal 1905 dalle colonne della Rivista “La Vita” la battaglia suffragista.
L’Intento della Mostra è di far conoscere e valorizzare una esperienza di pensiero femminile elaborato da Ossani insieme alle splendide donne con cui edificò quel Cenacolo e che condividevano stili di vita e atteggiamenti anticonformisti controcorrente e trasgressivi per i canoni dell’epoca (sia Ossani che Montessori ebbero la dolorosa comune esperienza di un figlio nato fuori dal matrimonio). Incarnavano lo spirito di inizio secolo nell’agire e nel costume con la voglia di affermare la propria identità di donna nuova. Interpreti ciascuna e a modo loro di un proto-femminismo che ha aperto la strada alle battaglie del movimento suffragista che cominciavano già a diffondersi nel mondo per l’emancipazione e la liberazione femminile.
Fino allo scorso marzo quasi nessuno conosceva il nome e l’opera di Ossani e il suo Circolo di Santa Marinella. Questa ricerca storiografica si configura perciò come atto di militanza femminista che permette di restituire visibilità a queste figure femminili per troppo tempo celate e silenti e alle loro idee dirompenti. Si è voluto operare uno strappo alla rimozione collettiva di quella che è stata la storia delle donne per tramandare e mantenere ancora viva l’utopia tra le nuove giovani generazioni
La mostra è corredata da fotografie e QR code che rinviano agli approfondimenti nel sito web collegato www.ilcircolodiolgaossani.it